Omelia (18-04-2008)
Paolo Curtaz


Gesù dice di essere la via, la verità, la vita, pretende di essere la risposta ai bisogni e alle attese degli uomini, di essere la strada che conduce alla verità, anzi di essere lui stesso la verità, una verità che vivifica, che dona senso e misura alla vita di ogni uomo. Per i discepoli la verità non è un insieme di affermazione da sapere, un elenco di dogmi in cui credere: la verità è uno sguardo amorevole di cui ci fidiamo. Ma: è davvero così? Nella mia quotidianità di cristiano, è davvero lui la via? È davvero lui che seguo, a cui mi rivolgo? Non seguiamo l'istinto, o gli umori, o i pareri della gente, non seguiamo la moda, smettiamola di credere ai tanti falsi profeti che oggi ci diranno cosa dobbiamo dire e fare per essere accolti e amati! Uno solo sa dov'è la strada che porta alla felicità, alla verità di sé e del cosmo, uno solo ci dona la vita in pienezza e in abbondanza. Non una vita fatta di soddisfazioni e di emozioni, di traguardi e di lussi, di gratificazioni e di egoismi, ma la vita vera, quella che Gesù per primo ha vissuto, una vita orientata al mistero profondo dell'essere, spalancati alla comprensione di Dio e all'accoglienza dei fratelli. Anzi, non solo Gesù indica la strada, ma diventa una strada da percorrere con semplicità e gioia, mettiamo i nostri passi sulle orme del Rabbì. Seguiamo il Maestro Gesù, amici, se vogliamo incontrare il Padre!