Omelia (26-04-2008)
Paolo Curtaz


Signore, è assolutamente vero, è esperienza di ciascuno di noi: se siamo tuoi discepoli, se il Vangelo ci ha perforato il cuore e trapanato la vita, se ci è impossibile vivere senza pensarti, amarti, citarti, prima o poi qualche difficoltà la incontriamo. Certo, la incontriamo non a causa del nostro cattivo carattere o del nostro fanatismo religioso, atteggiamenti da superare serenamente ma decisamente. La incontriamo perché la realtà lontana dal tuo volto, la parte oscura del mondo, l'aspetto sgradevole e piccino dell'umanità, non sopporta ampi spazi, non tollera la luce, detesta l'eroismo e la piena umanità. Perciò, discepoli, se davvero siete stati sedotti, preparatevi ad essere almeno un po' derisi, o tacciati di fanatismo, o evitati a causa delle vostre scelte. Scelte che riguardano la vita, più che la fede: se siete onesti e puntuali nel lavoro, se sapete vedere il lato buono delle persone e delle situazioni, se amate la vita più di ogni altra cosa, se sapete perdonare e sorridere dei difetti vostri e altrui, se - insomma - siete cattolici politicamente scorretti, rispettosi della verità e del bene, preparatevi a ricevere almeno qualche sorriso di commiserazione. E se invece non vi è mai successo di soffrire a causa del vangelo, delle due cose l'una: o vivete in un monastero, o proprio non si vede che siete cristiani...