Omelia (05-05-2008)
Paolo Curtaz


"Adesso credete?" Gesù ironizza con i suoi. No, il tempo di credere è passato, hanno perso il treno, non erano presenti al momento giusto, hanno perso l'appuntamento. Idiozia degli apostoli e nostra, presunzione di tenere tutto, anche il tempo di Dio nelle nostre mani! Adesso crediamo? Dopo avere tutto valutato, dopo avere dedicato, bontà nostra tempo a Dio? Adesso? Povero Dio, continuamente esaminato, sempre messo alla sbarra dei nostri pregiudizi e delle nostre manie! Sempre ultimo nell'interminabile lista delle nostre vere o presunte priorità! Gesù si sente solo, ora, il percorso che gli apostoli dovevano fare è fallito, poco importa che loro - adesso - si siano convinti. Tutto, intorno, è tenebra e astio, la croce resta l'ultima soluzione. Forse gli uomini capiranno, dinnanzi all'appeso, che le sue parole erano parole di verità, non discorsi da predicatori, non esercizio di retorica. Gesù, ora, sa che solo affronterà l'ultima, drammatica prova. Ma esiste un appello, gli apostoli saranno chiamati ad un'ultima prova, la definitiva: saranno chiamati ad accettare umilmente il proprio fallimento, a mettere da parte la propria sicumera. Falliti, masticati dalla sofferenza, umiliati dalla constatazione del proprio limite, potranno finalmente diventare discepoli, allora, non adesso, allora, come vuole Dio.