Omelia (21-05-2008)
Paolo Curtaz


Ho sempre ammirato l'apostolo Giovanni, eppure oggi, come nell'episodio dei samaritani sui quali invoca il fuoco dal cielo come punizione al rifiuto della sua predicazione, non ne esce proprio benissimo. Buon segno, amici, non si nasce santi e per arrivare a volare in alto bisogna fare qualche capitombolo! Giovanni è scocciato, cerca conferma alla sua teoria: ha impedito a degli improvvisati esorcisti di operare perché - testuali parole - non sono dei nostri. Lo capisco, Giovanni, sperimenta quello che molte volte (troppe?) accade nelle nostre concrete comunità parrocchiali: si fa un'esperienza forte, un movimento, un'associazione, ci si lega alla figura carismatica di un pastore e si finisce col pensare che quell'esperienza sia totalizzante, sia la migliore e - ingenuamente - finisce col prevalere in noi il sentimento e siamo evangelicamente e zelantemente scocciati dall'opera degli altri. No, amici, chi non è contro di noi è per noi. Lo Spirito suscita mille sensibilità e mille modi per avvicinarsi al Signore e questi modi vanno riconosciuti e rispettati. Di più, il Signore suscita nelle persone che si dichiarano non credenti degli atteggiamenti e delle consapevolezze che - di fatto - richiamano forti valori evangelici. Animo, amici! Non riduciamo la Chiesa ad una setta di persona che se la cantano e se la ballano, ma allarghiamo gli orizzonti a misura del Vangelo perché là dove si costruisce il bene è già presente la gloria di Dio!