Omelia (04-06-2008) |
Paolo Curtaz |
È una domanda curiosa, per noi, quella posta dai sadducei, allergici alla recente dottrina della resurrezione perché ancorati alla tradizione di Mosè, stantii conservatori, eppure domanda attuale nel mondo teologico giudaico. La preziosità della discendenza era un valore tale che una vedova era tenuta, per la legge del Levirato, ad avere un figlio col fratello del defunto per conservarne il nome e la memoria. Ma la casistica della vedova ammazza-mariti serve, nuovamente, a mettere in difficoltà Gesù, ad inchiodarlo alle sue credenze, in particolare alla resurrezione dai morti. La risposta di Gesù è equilibrata e folgorante: «Smettetela di tediare Dio con queste elucubrazioni; egli è il Dio della vita, saprà risolvere questa situazione. La resurrezione esiste, eccome, e il nostro Dio ama i viventi, non i cadaveri». Poveri noi, amici, quando ci arrampichiamo sugli specchi per fare sfoggio di cultura religiosa, poveri noi preti quando preferiamo nelle nostre omelie l'elucubrazione (noiosa) alla condivisione della vita illuminata dalla Parola, poveri noi discepoli quando comunichiamo con la nostra vita una visione mortifera di Dio! Smettiamola di rifugiarci dietro il pensiero raffinato che nasconde la paura di affidarci al Dio della vita, piantiamola di tergiversare e seguiamo la tenerezza e l'immensa gloria del Dio della vita! |