Omelia (13-06-2008)
Paolo Curtaz


Gesù, svelandomi il volto di Dio, svela anche il mio volto più autentico, mi aiuta veramente a realizzare la parte migliore di me. Questo Dio che mi ha progettato, costruito, plasmato, sa in che cosa consiste la felicità. E me la indica. Certo, la strada, all'apparenza, è in salita, e che salita! Ma per salire sulle vette è sempre necessaria un po' di fatica! La storia ci insegna che gli uomini erano stati abilissimi a manipolare gli insegnamenti di Mosé, ad imprigionare il volo della libertà di Dio, ad adattare, minimizzare, aggiustare il tiro: i dieci precetti erano diventati oltre seicento... Gesù scardina tutto. Riprende a uno a uno i precetti e con un perentorio "ma io vi dico", ne svela il senso profondo, se ne riappropria, toglie la vernice delle tradizioni umane che ne avevano smorzato lo splendore. Straordinario Gesù! Così facendo disinnesca la bomba, fa crescere i presenti, libera la legge orientandola verso Dio. Gli astanti, come noi, si erano costruiti una gabbia dorata, sicura, una millimetrica serie di leggi così da poter dire a Dio, come ad un preside: «Ho fatto tutto, non ho sgarrato». Gesù abbatte nuovamente gli steccati, libera Dio e il suo progetto dalle nostre manipolazioni. Siamo liberi, liberi di scegliere, drammaticamente liberi di scegliere. Chi di noi può dire di avere amato abbastanza? Di essere stato sufficientemente onesto e di avere osato tutto? Allargando gli orizzonti e le esigenze, Dio riporta l'uomo nell'Eden.