Omelia (25-06-2008) |
Paolo Curtaz |
Gesù si è sempre distanziato da un atteggiamento purtroppo diffuso in ogni forma di religiosità: il rischio di essere legati all'esteriorità, di far diventare l'avventura del discepolato un mestiere e la passione della conversione e della vita nuova un fumo bruciacchiato di stanca devozione. La soluzione che Gesù propone ai discepoli è semplice: guardate i frutti. Ecco un modo semplice per poter misurare la nostra fede e la nostra pastorale: guardare i frutti, vedere se esiste una differenza tra la logica del mondo e la logica di Dio nella nostra pastorale. Cosa è cambiato in questi anni nella mia vita? Se ho maggiore fiducia, maggiore serenità, maggiore luce certamente è merito del vangelo. Così come riconoscere tra i tanti guru del nostro tempo i veri profeti è relativamente semplice: le grandi persone si vedono dai piccoli gesti. Una parola, infine, va detta sul criterio evangelico per discernere gli effetti della nostra pastorale; dico spesso ai miei parrocchiani, per sdrammatizzare quando una qualche iniziativa non ha funzionato o per tirare su di morale una catechista: "Tranquilli, il regno di Dio avanza, lavori in corso, scusate il disagio". Sì amici, il metro di misura delle nostre comunità non è l'efficienza ma l'amore, non il profitto - fosse anche spirituale - ma la gioia data dal saperci amati. Lontani dalla logica mondana, convertiamo i nostri cuori alla tenerezza di Dio che conosce e ama i suoi figli. |