Omelia (09-07-2008)
Paolo Curtaz


Il Signore, ieri, si commuoveva davanti alla folla dispersa come pecore senza pastore ed oggi, di conseguenza, chiama i dodici e li invia alla folla. Splendido! O sconcertante, fate voi. Avete sentito bene, lo dicevo già ieri: davanti alla folla di persone che sono come pecore senza pastore, Gesù inventa la Chiesa. Storciamo il naso, ovvio, perché per noi la Chiesa, spesso, si identifica con quel prete o quel cristiano che ci stanno sulle croste, che vivono come mezzi uomini, che professano la fede e si comportano come persone disamorate della vita. Ma, vi prego, lasciate perdere i limiti della Chiesa, di noi cristiani, che tutti conosciamo e vediamo con assoluta evidenza, e guardate al sogno di Dio. Cos'è la Chiesa? Un'holding del sacro? Una struttura in cerca di potere? Un vecchio carrozzone che lentamente avanza nei secoli? A volte abbiamo questa impressione ma, nel cuore di Gesù, nella sua intenzione profonda, la Chiesa è la consolazione di Dio. Per diventare trasparenza di Dio, la Chiesa deve uscire di casa, andare nelle strade e nelle piazze, annunciare il volto di Dio, smetterla di stare rintanata nelle chiese, di parlare l'ecclesialese, di chiudersi a riccio. Tu sei la consolazione di Dio per tutti coloro che oggi incrocerai, sei mandato dal Rabbì a cacciare lontano i demoni, i mille fantasmi che disturbano le nostre notti e i nostri peggiori incubi, a svelare che la tua medicina è il sorriso di Dio.