Omelia (14-07-2008)
Paolo Curtaz


Alcuni pensano che la fede sia rassicurante, che i cristiani siano dei beoti paurosi che si rifugiano nelle rassicuranti certezze della fede cattolica. Che ridere, evidentemente questi non hanno mai letto il vangelo di oggi! Seguire il Nazareno significa scardinare le proprie certezze, creare dei conflitti e delle antipatie, confrontarsi col mondo. Di più: in ebraico, per dire che una ragazza è bellissima, si dice: non è brutta. Penso che molte di voi, amiche tirerebbero, tirerebbero un bel ceffone al proprio spasimante! Così Gesù, per dire che lui va amato più di chiunque altro, dice: bisogna odiare gli altri. Siamo seri, amici, il Dio che è diventato uomo, il Dio di ogni tenerezza e di ogni bene, il Dio che ha voluto abitare in una famiglia, non chiede certo di rinunciare a tutte queste belle cose! Ciò che dice il Signore è bellissimo e provocatorio: egli afferma di essere più della più grande gioia che un essere umano possa provare. Che coraggio che ha Gesù, che presunzione! Dio può essere più bello di un'esperienza di innamoramento? La sua presenza colmare il cuore più della gioia che provo nell'abbracciare mio figlio? Così è, amici, così è. E se, invece, all'idea di Dio sentiamo non il fuoco divorante della passione, ma una piccola puzza di bruciato, significa che la nostra tiepida fede va rinsaldata. A questo Dio che ama la vita e la riempie di tenerezza, va la nostra lode, oggi, affinché ciascuno di noi, oggi, possa fare esperienza della bellezza dell'essere discepolo del Rabbì!