Omelia (05-10-2003) |
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Fedeli al Matrimonio INTRODUZIONE Nel suo cammino verso Gerusalemme, Gesù ha l'occasione di catechizzare i suoi discepoli su tematiche molto importanti per il loro futuro, in modo particolare questo metodo viene fuori nei tre annunci di passione seguiti rispettivamente da tre catechesi. In ogni caso, anche fuori da questo schema, Marco ci presenta Gesù come maestro per tutti coloro che lo seguono, infatti la pericope odierna del vangelo è una catechesi diretta ai farisei, suoi diretti interlocutori, per chiarire la questione di quel fenomeno antichissimo e piaga della nostra società che è il divorzio. LA PAROLA La domanda dei Farisei, riportata da Marco, non è un atto di accusa nei confronti di Gesù, ma è solo un semplice esame a cui loro voglio sottoporre il Maestro, Gesù non risponde con un'altra proibizione (come qualcuno si aspetterebbe), ma con una controdomanda che indica che la risposta al quesito va cercata e trovata nella volontà di Dio: non bisogna discutere ciò che è lecito, ma ciò che è stato comandato. Per cui Gesù mette i Farisei di fronte all'interesse che deriva da una situazione umana di comodo, e alla salvezza globale dell'uomo, che risiede nella volontà di Dio. Questa contrapposizione operata da Gesù nel vangelo di Marco, ci rituffa nella problematica della nostra società. Il divorzio/separazione, nella maggior parte dei casi, è legato a quella "malattia" che la Sacra Scrittura chiama "Schlerocardia" che designa la disobbedienza del popolo eletto alla volontà di Dio; e che oggi potrebbe rappresentare il modo "facile" con cui si affronta, nella maggioranza dei casi, la vita coniugale. La "durezza del cuore" è legata, molte volte, all'egoismo, all'interesse personale, alla propria carriera, all'assenza di dialogo, all'accettazione parziale dell'altro partner etc. Per cui i valori coniugali sono elegantemente sostituiti dal prestigio personale e non da quello di coppia, allora di fronte all'inevitabilità delle difficoltà matrimoniali si ricorre alla legislazione degli uomini; legislazione che noi cristiani abbiamo avvalorata, quando per motivi prettamente politici ed ideologici abbiamo messo da parte i nostri principi di fede e ci siamo lasciati condizionare, o meglio, plasmare dalle tante parole vuote che non hanno tenuto in considerazione il "Matrimonio-Sacramento". Questa è legge degli uomini!!!..................... ma Dio cosa pensa? Chiediamolo a Gesù. A sostegno del "Matrimonio-Sacramento" si portano i racconti di creazione della genesi. Le due citazioni accostate l'una all'altra intendono motivare l'unità dei coniugi nell'azione, nella volontà e nel piano creatore di Dio. L'uscita dalla propria casa paterna è una logica conseguenza della volontà di Dio. L'unione matrimoniale diventa l'emblema dell'unità, che deve essere, a questo punto, un'esperienza costruttiva per l'uomo e la donna, principio di maturità che richiama i coniugi a volgere sempre lo sguardo verso l'alto, dono che Dio fa all'umanità. L'unità coniugale è un valore da difendere. Per gli sposi diventa un cammino da percorrere insieme, mettendo da parte e combattendo tutto ciò che insidia lo stare insieme. E' il momento in cui ci si accorge che si è chiamati alla santità, e che questa è una conquista quotidiana. Nessuna coppia è esente o dispensata dal percorrere tale itinerario. Dio è Uno, l'uomo nella vita deve essere il riflesso di questa qualità divina. Questa è la volontà di Dio!!! Questa inversione ad "U" di marcia si può ottenere se si "diventa bambini": cioè riconoscersi piccoli davanti a Dio e agli uomini, mettere da parte la voglia di supremazia sugli altri ed essere pronti a demolire il proprio "piedistallo" costruito sui propri onori. Buona domenica!!! Il Signore Benedica Tutti!!!! |