Omelia (19-07-2008) |
Paolo Curtaz |
Gesù realizza pienamente le Scritture. La preoccupazione di Matteo è evidente. Lui, ebreo, scrive il suo vangelo per una comunità di ebrei discepoli del Nazareno e i problemi da affrontare non sono pochi. È troppo diverso Gesù, per essere riconosciuto da tutti come il Messia atteso da Israele. Così Matteo, smessi i panni del ragioniere, diventa scrutatore della Parola e scopre nella Scrittura donata ai padri una corrente di riflessione che profetizza la venuta di un Messia dimesso, mite, arrendevole, ben diverso dal Messia guerriero atteso dal popolo, in totale distonia dal volto di un Messia vendicatore che avrebbe ricostituito con la forza il Regno di Israele, cacciando l'invasore romano. Ma, che volete, allora come oggi le dicerie contano più della Scrittura e non c'è nulla di più impegnativo che superare i pregiudizi consolidati, così Matteo riprende lo scritto di Marco e lo amplia andando a rileggere la storia di Gesù alla luce della Parola. È un bel suggerimento anche per noi, quello di rileggere la nostra piccola storia, le nostre alterne vicende personali alla luce del grande disegno che Dio ha sull'umanità. Allora, discepoli del Maestro, smettiamola di credere di credere, verifichiamo con la fatica dello studio e della riflessione la Parola che Dio ci dona, quella Parola definitiva che è il Signore Gesù, illuminiamo la nostra scelta e la nostra vita con le parole che Dio ci dona! |