Omelia (29-07-2008)
Paolo Curtaz


Voi tutti affaccendati nella Chiesa, maneggioni e operai volontari, abili più nell'organizzare che nello sgranare rosari: state lieti! Oggi celebriamo la patrona di tutte le persone che concretizzano la fede in operosità: santa Marta, sorella di Lazzaro.

Oggi celebriamo santa Marta, la sorella di Lazzaro e Maria, quella famosa della cena da preparare mentre la sorella ascolta la parola del Rabbì. Marta evoca Betania, il villaggio vicino a Gerusalemme, che si trova sul retro del monte degli ulivi. Una passeggiata di pochi chilometri che Gesù, ci riferisce Luca, affrontava volentieri per ritrovare un poco del clima di Nazareth e di Cafarnao che Gerusalemme non riusciva in alcun modo ad offrirgli. Betania, per noi discepoli, evoca l'accoglienza informale del Maestro, Se la finissimo di passare la vita a chiedere a Dio ciò che ci serve e mettessimo la nostra vita a sua disposizione per accoglierlo e ascoltarlo! Non fa impressione vedere un umanissimo Gesù che necessita di ascolto? Del calore dell'amicizia? Di un piatto caldo e due risate alla fine di una giornata pesante? Marta è la classica donna che passa il suo tempo a spadellare, tutta presa da mille attività. Quante ne conosco, di persone come lei! Bravissima gente che organizza feste di beneficenza e tiene aperto il bar dell'Oratorio, che stenta a raccogliersi in silenzio, ma che sa benissimo sbrogliare una situazione organizzativa... Marta è la patrona delle persone attive e generose, che mandano avanti le tante attività delle nostre parrocchie e, in Marta, hanno un valido aiuto!