Omelia (07-08-2008) |
Paolo Curtaz |
Nel cuore del ministero di Gesù si pone questo dialogo fondamentale tra il Maestro e i suoi discepoli. Lo hanno seguito, anni prima, affascinati dalla sua presenza e dalla sua predicazione. Ora Gesù chiede ai Dodici di osare, di schierarsi, di capire, di andare oltre. Pietro coglie l'essenziale, ci crede, vede che Gesù non è solamente un grande Rabbì, né un Profeta, ma il Messia, il nuovo re Davide inviato per salvare Israele. Gesù è un Messia inatteso, un Dio inquietante e diverso, non muscoloso, né politico, ma piegato sull'umanità che ama e redime con la compassione. E, riconoscendo che Gesù di Nazareth è il Messia, Simone il pescatore di Cafarnao scopre, per la prima volta, di essere Pietro. Gesù lo scruta nel profondo, così come Simone lo ha riconosciuto Messia, Simone viene riconosciuto come Pietro. È accaduto anche a me e, credo, anche a molti di voi lettori: da quando il Signore ha bussato alla porta del mio cuore, e ho creduto, riconoscendolo mio Maestro e Signore, negli anni ho scoperto dentro di me doni e capacità che non conoscevo, che non sapevo di avere, e ho visto in me una persona che non intuivo, e che pure il Maestro già conosceva e amava. Riconosci Gesù come tuo Signore, amico lettore, affidagli la tua vita, frequentalo, amalo, scopri il suo volto, ed egli ti manifesterà chi sei nel profondo, svelerà te a te stesso. |