Omelia (12-08-2008)
Paolo Curtaz


Leggerezza, amici, viviamo con leggerezza questa giornata. Leggerezza che non è superficialità, ma conoscenza del segreto della Storia, gioia di vivere, consapevolezza di essere amati dal pastore bello che ci viene a cercare quando ci smarriamo. Gesù chiede ai discepoli - straniti - e a noi di imitare i bambini. Non nel senso di essere infantili ma di essere affidati, di vedere la realtà con uno sguardo trasparente, di investire nella relazione e nella giocosità, proprio come fanno i bambini. Grande dono che il cristianesimo ha fatto all'umanità, l'amore per i bambini, fino ad allora visti con fastidio, come dei non-ancora-uomini dalla cultura latina e greca e che, grazie alla innovativa visione di Gesù, sono addirittura proposti come modello di discepolato. Recuperiamo, nella preghiera di oggi, qualche ricordo della nostra infanzia, i ricordi belli, e chiediamoci da dove ci derivava quella gioia. Esiste ancora quel bambino, in fondo alla mia coscienza, forse vale la pena di dargli voce e di ascoltarlo qualche istante. Affrontiamo la giornata nella luce, sapendo che il Signore, sapendoci piccoli, vedendo i nostri limiti, conoscendo le nostre fragilità, ci viene a cercare quando siamo smarriti, quando pensiamo di essere travolti dalla tempesta, quando non abbiamo più un briciolo di forza per remare controcorrente.