Omelia (19-08-2008)
Paolo Curtaz


Cento volte tanto, cento volte tanto... Qualche mese fa un ragazzo delle superiori che mi aiuta con i bambini, alla fine di una Messa, mi ha chiesto a bruciapelo: «Perché farsi prete, don?» Ho aspettato qualche minuto, lodando il Signore perché quella domanda nascondeva una ricerca vocazionale, poi gli ho detto: «Cento volte tanto, fratellino, cento volte, te lo garantisco. In gioia, affetti, fatica, esperienza, intensità. Ricevi cento volte tanto, come ha promesso Gesù». Lo sai anche tu, amico lettore: se davvero hai messo la tua vita nelle mani di Dio, se davvero sei rimasto profondamente segnato dalla tenerezza del Maestro Gesù, se ti sei fidato lo sai che è così, vero? Abbiamo messo la nostra giovinezza a servizio del vangelo, nella fatica e nella povertà dell'essere costruttori di comunità, cioè preti, e abbiamo visto passare Dio nel cuore della gente. Abbiamo scommesso, come coppia, sull'accoglienza, uscendo dalla logica piccina di questo mondo, e il bambino che abbiamo preso in affido ci ha riempito gli occhi di nuvole e di ali di angeli. Abbiamo osato ragionare col vangelo nel cuore invece che con le abitudini, e ora siamo liberi per amare. Abbiamo rinunciato a piangerci addosso, a maledire la nostra vecchiaia e la nostra solitudine, e questo gesto ha prodotto sorrisi nei miei vicini e nelle persone di cui mi occupo. Cento volte tanto, amici, cento volte tanto.