Omelia (20-08-2008)
Paolo Curtaz


La chiave di interpretazione di questa parabola è tutta in una annotazione terribile: i lavoranti che da più tempo hanno faticato, quelli che sono in vigna dal mattino presto, vedendo dare un denaro agli operai dell'ultima ora, pensano: allora a noi darà di più del pattuito. Vedendosi però pagati nello stesso modo, non hanno il coraggio di chiedere di più per loro e, allora, chiedono di meno per gli altri. Un denaro, amici, era il salario minimo per poter vivere, lo stretto indispensabile per potere sfamare una famiglia. Gli operai della prima ora - dal cuore piccino - chiedono per i compagni di fatica meno del necessario per vivere, non avendo il coraggio di chiedere, come forse sarebbe stato giusto, qualcosa di più per loro. Mistero della nostra inquietante fragilità, del demone che abita nel profondo di ciascuno di noi! Quando impareremo a ragionare come Dio che fa piovere sui buoni e sui malvagi? Quando impareremo a gioire della gioia degli altri? Quando usciremo dalla piccola mentalità del ragioniere del meritarci o meno la salvezza? Dio è gratis, amici, approfittatene, accorgetevene, convertitevi. E impariamo da lui a giudicare noi stessi e gli altri, dando a ciascuno il necessario per viverre, rispettandone la dignità. E se siamo operai della prima ora, rendiamo grazie a Dio che ci ha concesso di lavorare nella sua vigna tutto il santo giorno!