Omelia (01-09-2008)
Paolo Curtaz


Gesù, nella sinagoga di Nazareth, legge il profeta Isaia e si attribuisce il ruolo del Messia chiamato a portare buone notizie, notizie di liberazione, di bene, di pace, di gioia. I suoi concittadini rifiutano l'annuncio, ne sono urtati e Gesù rischia la pelle. Il Signore porta solo buone notizie. In un mondo assetato di bene e di bello, ma devastato dalle contraddizioni e dal lato oscuro della realtà, abbiamo sete di parole di conforto. Anche noi, come lui, siamo chiamati a leggere la Parola e a renderla presente attuale, incontrabile, anche noi siamo chiamati, al rientro dalle nostre vacanze, a rendere presente la tenerezza di Dio, a dire, infine, ai prigionieri, che è finita la loro schiavitù, perché il Signore è presente. E se, figli di questo tempo scontento e cinico, siamo derisi per la nostra apparente ingenuità, per il nostro infantile ottimismo, per la nostra ostinata fiducia, impariamo da Cristo che non si è lasciato intimidire ed ha proclamato con forza il vero e sorridente volto del Padre. Animo, fratelli, la nostra vita è scoperta di progressiva liberazione, e, malgrado le fatiche della vita, cerchiamo di vivere questa giornata con uno sguardo sempre rivolto al dentro, all'altrove, al Regno che Gesù è venuto a inaugurare e che sta a noi realizzare in ufficio o sulla spiaggia. Buon anno pastorale a tutti voi, amici, che sia un anno in cui scopriamo il volto sorridente e consolante del Dio di Gesù!