Omelia (04-09-2008)
Paolo Curtaz


Pietro e Gesù, qui si sono incontrati, secondo la versione di Luca. Gesù che predica alle folle mentre - cupi - un gruppo di pescatori, stanchi dal lavoro, riassettano le reti guardando sconsolati lo scarso bottino. Immagino i pensieri non certo teneri di chi, abituato alla fatica e al lavoro notturno, vede un perdigiorno che ha smesso di fare il falegname per annunciare il Regno! Poi avviene, accade: Gesù chiede aiuto a Pietro, che accetta e, in ringraziamento, gli suggerisce di prendere il largo. Da ridere: un falegname che insegna ad un pescatore come pescare... da non credere! Pietro lo guarda, stranito, e accetta la sfida. Accade, come sappiamo. La flebile fiducia riposta nel sorridente Rabbì ottiene i suoi frutti. Ora Pietro sente il limite, sente di non averne di fede, di non riuscire a star dietro a questi giochetti. Gesù lo rassicura: a lui il limite non importa, Pietro, nella sua concretezza, nel suo disincanto, potrà tirar fuori dalle persone l'umanità più autentica, nonostante i limiti, i suoi e quelli degli altri. Anche noi, amico lettore, siamo invitati a prendere il largo, a fidarci di questo affascinante Maestro, a tirar fuori da noi stessi e da chi incontreremo oggi tutta l'umanità che latita dietro le maschere che ci siamo costruiti. A Dio poco importa dei nostri limiti e della nostra poca fede, quando ci decideremo a farlo salire sulla barca della nostra vita?