Omelia (09-09-2008) |
Paolo Curtaz |
Resto turbato ogni volta che riprendo in mano il vangelo di oggi. Gesù passa la notte in una preghiera intensa, profonda, forte, e quando arriva il giorno che fa? Inventa la Chiesa, sceglie gli apostoli, i dodici, peggio: sceglie quei dodici. L'elenco dei prescelti mette i brividi... Pietro, Giuda, Simone lo zelota... mi viene un dubbio: forse la preghiera di Gesù non funziona! Nessuno di noi avrebbe scelto quei dodici nel Consiglio Pastorale! Nessun ideale avrebbe tenuto insieme un pescatore come Andrea con un intellettuale come Giovanni, né un conservatore come Giacomo con un pubblico peccatore come Matteo, né sarebbe riuscito a contenere la violenza di uno zelota, Simone, appunto. Solo la preghiera di Gesù e il suo essere fuori da ogni schema, altrove, solo l'amore li poteva tenere insieme per dirci, per gridare alle nostre ottuse orecchie, alle nostre comunità piene di distinguo, di gruppuscoli l'un contro gli altri (santamente) armati che la Chiesa nata dalla preghiera del Maestro è fatta di persone diverse, di sensibilità opposte, di caratteri complessi amalgamati dalla bruciante esperienza della sequela. Lo capiremo mai, infine, questo? La Chiesa non è il club dei bravi ragazzi, degli addetti del sacro, di coloro che hanno come hobby, invece del bridge o del calcio, la fede cattolica, ma l'esperienza della comunione più devastante che un uomo possa vivere? |