Omelia (17-09-2008)
Paolo Curtaz


Gesù ha perfettamente ragione: troppe volte ci comportiamo come bambini capricciosi! Forse non abbiamo capito il suo invito ad essere come fanciulli: Gesù non intendeva certo invitarci a diventare infantili! Il tema è questo: su sei miliardi di persone almeno sei miliardi hanno qualcosa di cui lamentarsi riguardo a Dio e al suo operato: questo non funziona, quest'altro non va bene; e - ad essere onesti - il più delle volte il tasso di gradimento di Dio è legato a noi e al nostro ombelico. Molti sono convinti che, al posto di Dio, farebbero decisamente meglio il su lavoro... Mi immagino sempre Dio intento a segnare su di un taccuino le mille richieste che ogni secondo gli giungono dalla terra, come se fosse una specie di cameriere imbranato che annota gli ordinativi! Qualche tempo fa ho visto un simpatico film: un adulto insoddisfatto e lamentoso diventava per una settimana Dio, combinando un sacco di guai! La nostra insoddisfazione può essere un lamento improprio, magari perché non vediamo realizzato qualche nostro desiderio. Gesù ci ammonisce a vedere al di là della nostra (piccola) soddisfazione, a guardare in grande, a saper cogliere nel quotidiano i tanti segni della presenza e della sapienza di Dio. Dio sa quel che fa e se anche ci sono delle cose che ci risultano incomprensibili, sappiamo che il Regno avanza... Nessuno si arroghi il diritto di consigliare Dio e cerchiamo - piuttosto - di riconoscere le opere grandiose che Dio compie.