Omelia (24-09-2008) |
Paolo Curtaz |
I dodici sono mandati ad annunciare la Buona notizia. Così, letteralmente, ci dice Luca nel Vangelo di oggi. Cosa annunciano i cristiani? Cosa sarete chiamare a dire, se capitasse, oggi, a chi vi chiede ragione della vostra speranza? Che seguite una religione? Una disciplina? Che per essere cristiani bisogna fare... e non fare? Andiamo! Nessuno vi ascolterebbe e, in effetti, è proprio ciò che troppe volte accade... Ci sono troppe brutte notizie in giro, amici, anche da parte di noi cristiani. Ho sentito delle prediche in Chiesa che volevano a tutti i costi far sentire in colpa gli ascoltatori e che, in assoluta buona fede, spero!, finivano con l'essere una sfilza di rimproveri su quello che i cristiani - secondo il predicatore - facevano o non facevano. Siamo franchi: dobbiamo svecchiare il linguaggio, dire di più e meglio il vangelo e dire, soprattutto, che incontrare Dio è la cosa più bella che possa capitare ad una persona, non una disgrazia! Dobbiamo riappropriarci della lingua della gioia, che è quella del vangelo, l'unica che può scardinare il cuore indurito di chi incontreremo oggi per strada, l'unica che ha scardinato il mio e il tuo cuore, fratello, sorella. Diamo buone notizie oggi, ve ne prego, diciamo in giro, facciamolo sapere, gridiamolo sui tetti che siamo salvi perché Dio ci ama! |