Omelia (30-09-2008)
Paolo Curtaz


Gesù si dirige decisamente verso Gerusalemme, letteralmente Luca scrive: "Con il volto duro", con fermezza, e nei successivi dieci capitoli del suo vangelo, troveremo sempre Gesù impegnato in questo interminabile viaggio. È a Gerusalemme che si gioca tutto, Gesù sa dei rischi che corre, l'incomprensione aleggia nel suo cuore eppure, malgrado ciò, desidera fortemente affrontare il suo destino. Questa decisione stride fortemente con la brutta scena dell'intolleranza di Giacomo e Giovanni - sì Giovanni il mite, il discepolo che Gesù amava, il mistico - nessuno è immune dal rischio della violenza. Gesù rimprovera aspramente i suoi, toglie dal di dentro ogni ragione di violenza e di imposizione, esclude in modo assoluto l'adesione alla fede che non sia frutto di assoluta libertà. La tolleranza è difficile conquista, determinazione, Gesù è disposto a morire per affermare le sue idee, per proclamare il volto di Dio, ma mai e poi mai userà del suo potere per vendicarsi o piegare la volontà degli uomini. Un Dio discreto, il nostro, lontano anni luce dall'integralismo che inquieta presunti devoti; certo il dialogo e l'incontro sono atteggiamenti difficili, impresa ardua, eppure è la cifra del cristiano, lo stile del discepolo. Impegnamoci, oggi, a seguire il Maestro, che pur avendo il cuore in tumulto per ciò che lo attende a Gerusalemme, non lascia il suo cuore piegare verso la deriva della violenza e della rabbia.