Omelia (16-10-2008)
Paolo Curtaz


Gesù dice una verità inoppugnabile: per non so quale perverso meccanismo i profeti mentre sono vivi non vengono riconosciuti, e dopo la loro morte si dedicano loro vie e piazze e scuole superiori. Penso all'immagine dei funerali del grande Papa Giovanni Paolo, con i grandi della terra accordi al suo cospetto e rilasciare attestazioni di immensa stima, dopo avere tranquillamente ignorato le sue rochieste di giustizia e di pace mentre era in vita! Così Gesù se la prende con coloro che in teoria avevano tutti gli strumenti per riconoscerne la missione: gli studiosi, i letterati, i dottori della legge che, per chissà quale ragione, sono arroccati sulle loro posizioni e rifiutano di mettere in discussione le loro assodate certezze per riconoscere in lui il Messia. Ai figli del Maestro è chiesto di riconoscere i profeti di oggi, anche se questi talvolta ci sferzano con linguaggio duro e ci richiamano all'essenzialità del Vangelo, non commettiamo l'errore di mettere ai margini i profeti di oggi come sono stati messi ai margini i profeti di ieri, da don Milani a don Mazzolari che pagarono con il sospetto la loro profezia. I dottori della legge, stizziti e offesi, diventano ostili a Gesù: prevale il loro amor proprio e non la verità nel cuore. Riconosciamo i profeti che il Signore ci porrà di fronte e ben vengano le parole dure nei confronti dei nostri atteggiamenti, purché esse ci conducano alla verità di noi stessi e di Dio...