Omelia (03-11-2008)
Paolo Curtaz


Gesù intenerisce. O fa rabbia, fate voi. Parla di cose difficilissime come se fossero semplicissime, evidenti, normali. Osa chiedere cose improbabili, come invitare a cena gente che non conosci e che, anzi, tutti evitano, per testimoniare che il tuo cuore è altrove, che il tuo sguardo è profondo e stupito. Straordinario Gesù, al solito, che afferma delle cose incredibili e difficili come fossero le più semplici e scontate del mondo! Gesù chiede ai suoi discepoli - sul serio! - una tale libertà interiore da rasentare l'ingenuità. Gesù ammonisce: lascia stare i calcoli, evita di invitare qualcuno per averne un contraccambio, sii generoso nella tua amicizia, non essere uomo che misura la sua generosità. Quanti di noi hanno sperimentato che nell'amicizia, spesso, gioca un ruolo essenziale l'interesse. Quanti presunti "amici" svaniscono nel momento in cui la malasorte si accanisce contro di te! Così è, amici, che vi devo dire. Proviamoci, anche solo per sfida, vediamo se è davvero possibile vivere come Gesù. Sorridi, oggi, saluta anche se non sei salutato, sii gentile al tuo lavoro semplicemente perché (splendidamente) reso libero. Dio è gratis, come l'amore; la vita del discepolo diventa spogliazione come lo fu quella della Maestro... Perché se amiamo solo chi ci ama, o doniamo a chi ci dona in contraccambio, cosa facciamo di straordinario? Fanno così anche i pagani!