Omelia (05-11-2008)
Paolo Curtaz


Questo è uno di quei vangeli che vorremmo eliminare... esigente, certo, ma interpretato anche in maniera fuorviante, purtroppo. Come può Dio che è l'amore, chiedermi di odiare le cose che più amo, come può il Dio di ogni compassione indossare la maschera orribile del Moloch che chiede di odiare? Calma, e cerchiamo di capire. È una bella lingua, l'ebraico, con qualche strana forma grammaticale: per dire che una ragazza è bellissima, si dice che non è brutta! Gesù, per dire di amare lui più di ogni altra cosa, chiede di odiare i nostri figli! Chiarito l'inghippo grammaticale, resta da prendere sul serio la presunzione di Gesù. Chi è quest'uomo che pretende di poter colmare il nostro cuore? Quando grande dev'essere l'incontro con Dio se afferma che anche le gioie più grandi che un uomo può provare, l'amore per una donna, ad esempio, sono poca cosa rispetto a quelle gioie che egli può dare? È una grande sfida, quella del Maestro, sfida da accogliere, sfida da vivere. Facciamo bene i nostri calcoli, allora, guardiamo in chi o in che cosa abbiamo investito nella nostra vita ed eventualmente correggiamo il tiro. Sediamoci con calma al tavolino della nostra coscienza e vediamo se abbiamo investito bene le nostre energie, per non fare come quel tale che inizia a costruire una faraonica villa fermandosi alle solette...