Omelia (06-11-2008) |
Paolo Curtaz |
Entriamo nel cuore del vangelo di Luca, il vangelo della compassione di Cristo. Gesù ci svela il volto di un Dio che ci viene a cercare, che fa festa se ritrova la sua pecora perduta, un Dio che non rimprovera, né giudica; ma gioisce con delicatezza; rispettando il percorso dell'uomo, accettando anche che il figlio minore sbagli, prendendo consapevolezza che l'amore del Padre non è ricattatorio o ossessivo... Noi, invece, sempre attenti a dirci "a posto" a pensarci come persone "per bene", guardiamo a noi stessi con indulgenza, sempre pronti a giustificare ogni nostra debolezza e spietati, invece, nel giudicare il fratello. Se solo capissimo! Se capissimo che Dio non è il nostro commercialista, che l'incontro con Dio non è la dichiarazione dei redditi, per cui meno dichiaro e meno pago! L'amore mette le ali, la passione brucia, l'incontro con Dio sconvolge i nostri schemi. Finché resteremo fermi all'immagine di un Dio che rispecchia le nostre piccinerie, resteremo fragili e piccoli come le nostre paure. Ci pensi, fratello? Dio fa festa per te! Ti viene a cercare là dove la vita ti ha disperso. E la Chiesa, se lo imparassimo, finalmente!, non è il club dei bravi ragazzi ma delle pecore ritrovate. Allora all'insegna della tenerezza sia questa giornata, siamo testimoni e figli di questo Dio che fa piovere sui giusti e sugli ingiusti, che conosce e ama ciascuno di noi. |