Omelia (12-10-2003)
LaParrocchia.it
Vendi quello che hai, poi vieni e seguimi

Dal rifiuto del giovane ricco, di rinunciare ai suoi beni per seguirlo, Cristo denuncia il pericolo delle ricchezze: esse tolgono ogni libertà di rispondere agli inviti del Signore, sia che si possiedano in realtà, sia che se ne nutra il desiderio.

È la storia penosa di un giovane, pieno di beni di fortuna, che non ha il coraggio di rinunciarvi per seguire Cristo. Certo, avrebbe voluto essere perfetto, ma a condizione che non gli fosse costato nulla!
Gesù approfitta di questa occasione per mettere in guardia i suoi discepoli contro il potere schiavizzante dei beni terreni essi frenano e fermano ogni slancio più bello, sterilizzano le più nobili aspirazioni.
Solo la povertà voluta e vissuta per amore di Cristo, rende liberi. Essa diventa pienezza, e che pienezza! Essa ci dona Dio. "Sacrificare non vuol dire perdere - ci dice un filosofo cristiano - è possedere molto di più!".

Dopo aver visto il rischio, il tremendo rischio della vita presente, dobbiamo assolutamente domandarci che cosa fare per darle la sua vera grandezza, quella che neppure la morte potrà distruggere, ma che rifiorirà nella vita eterna.

Cosa vuol dire dunque essere sapienti?

- Per prima cosa, cercare l'essenziale. Cos'è questo essenziale? Dio e la sua amicizia. Noi siamo fatti da lui e per lui. Divenuti suoi figli col battesimo, noi dobbiamo vivere nella sua intimità, uniformare la nostra condotta alle sue direttive paterne, sicuri di trovare in lui la pace, la giustizia, la gioia, nell'attesa di entrare in possesso della felicità che ci ha preparato per l'eternità.

- In secondo luogo, attribuire ai beni terreni solo un valore relativo. Possederli senza che ci lasciamo possedere da essi; essere pronti a sacrificarli pur di non perdere Dio e la sua amicizia. Dio, bene supremo, non sopporta alcun paragone con le altre cose, comunque si chiamino: potenza, onori, ricchezze. E nemmeno si può metterlo in alternativa con quei beni che pure sono molto importanti, come la salute, l'intelligenza, l'amicizia.

- Per noi cristiani, in definitiva, essere sapienti vuol dire mettersi alla scuola di Gesù Cristo. Egli è verità e luce. Egli è vita e amore. Egli è la "sapienza incarnata". Attacchiamoci appassionatamente a lui; restiamo in ascolto della sua parola; modelliamo la nostra condotta sulla sua, e noi vivremo da sapienti. Egli infatti ha detto: "Colui che mi segue non cammina nelle tenebre. Egli avrà la luce della vita".