Omelia (12-10-2003)
padre Ermes Ronchi
Quell’intimo desiderio insoddisfatto che spinge oltre la cruna dell’ago

Un uomo ricco, un uomo senza nome, corre incontro a Gesù. Il suo nome è stato rubato dal denaro. Perché il denaro è così: anonimo, senza anima e senza cuore, e crea uomini a propria immagine e somiglianza: senza nome e senza anima. E diventa la loro seconda pelle, la seconda identità. Quest'uomo sta per correre un grande rischio: vuole conoscere la verità di se stesso, ma non sarà in grado di sopportarla.
Maestro, cosa devo fare per avere la vita? Gesù risponde con i comandamenti che riguardano il prossimo. L'uomo ricco non è soddisfatto: tutto questo io l'ho sempre fatto; eppure, mi manca qualcosa. Gesù lo guarda negli occhi e vede che è un cercatore di vita. E lo ama. Lo ama per quel «eppure». Per una insoddisfazione che è fame e sete d'altro. Un uomo che ha compiuto sempre il proprio dovere dovrebbe sentirsi a posto. Invece no. Inquietudine divina, tarlo benefico che rode la falsa pace dell'anima. E che nasce non dagli errori commessi, ma da ciò che non hai osato, dall'audacia che è mancata. Vuole giorni più coraggiosi, confini più lontani: Signore, che cosa mi manca? Gesù diventa il maestro del desiderio, colui che insegna ad «amare quelle assenze che ci fanno vivere» (Rilke). Noi viviamo di assenze, di vocazione, di ciò che ancora manca, non di cose fatte, non di possessi. Una sola cosa ti manca. Vendi quello che hai, fanne un tesoro per i poveri. Metti le persone prima delle cose. Gesù non propone la povertà, ma la comunione. Per i poveri, contro la povertà. Se i beni hanno un senso è di essere sacramenti d'incontro.
L'uomo era molto ricco, si spaventa, diventa molto triste. Sarà, per tutta la vita, onesto e triste. Osserverà tutti i comandamenti e non avrà la gioia, perché ha scelto di avere e non di essere. Ha posto il suo tesoro fra i molti beni e non fra le persone.
Quanto è difficile, Gesù lo ripete due volte, che un ricco entri... I discepoli sono stupefatti: allora chi si può salvare? Anche noi abbiamo desideri di terra. Ed ecco una delle parole più belle di Gesù: tutto è possibile presso Dio. Dio è capace di far passare un cammello per la cruna di un ago (Pozzoli). Dio ha la passione dell'impossibile: dieci cammelli passeranno. La sua passione è moltiplicare per cento quel nulla che ti rimane e riempirti la vita di affetti e di fratelli.
Signore cosa avremo in cambio? Avrai in cambio una vita moltiplicata, lascerai tutto ma per avere tutto. Ti darò un tesoro di fratelli, non possederai nulla eppure godrai del mondo intero, povero e signore, come me. Il mio vangelo non è rinuncia ma moltiplicazione di vita.