Omelia (24-11-2008) |
Paolo Curtaz |
La vedova offre a Dio il necessario che ha per vivere, non il superfluo. La fede di questa donna, fede popolare, semplice, fede che si traduce nel gesto all'apparenza insignificante, è colto dal signore Gesù come il più bel dono fatto al tesoro del Tempio. Donare è difficile, donare bene, quasi impossibile. Questa donna è libera nella sua devozione e nella sua semplicità, non si ferma davanti all'uso che del denaro veniva fatto (discorso che sento tirare in ballo per giustificare la nostra allergia all'elemosina...), non si scandalizza delle belle pietre che adornano il rifatto tempio, né invoca presunti soldi dei Sommi Sacerdoti (tra l'altro la storia ci dice che la gestione del tempio era piuttosto discutibile...). La donna dona a Dio attraverso gli uomini, si mette in gioco, rischia. E questo gesto stupisce Gesù, lo commuove. Gesù guarda il cuore di questo dono di pochi Euro, dono dell'essenziale, dono sofferto e meditato. Costa fatica donare, lo so, ma Dio vede. E tu, amico, cosa sei disposto a donare oggi al Maestro? Del tempo? Un sorriso? Un perdono? Dai dell'essenziale, del tuo, del "dentro" perché il Signore lo prenda e lo faccia lievitare, lo faccia trasfigurare, lo usi per diffondere il suo Regno di pace e di amore. Se sfidiamo Dio in generosità, donando la nostra vita, offrendogli i nostri sedimenti, credetemi, è sempre il Signore a vincere restituendo cento volte tanto! |