Omelia (28-11-2008) |
Paolo Curtaz |
Siamo invitati, oggi, a leggere i segni dei tempi, cioè a capire il senso profondo degli eventi tenendo in una mano il vangelo, le parole che non passano, e nell'altra le vicissitudini della storia e le contraddizioni degli uomini. Troppe volte le nostre comunità soffrono di una specie di schizofrenia evangelica, si chiudono nelle chiese e si rivolgono a Dio, elaborano complessi rituali, ma si tengono ben lontani dalle vicende del mondo. Non basta ripetere nelle nostre comunità le tradizioni consolidate, non basta lasciare che siano queste a ripetersi stancamente, aspettando che sia il mondo ad accorgersi del vangelo: siamo chiamati a leggere i segni dei tempi, a capirlo e amarlo, questo nostro tempo, come Gesù lo ha amato e capito, a trovare delle soluzioni con prudenza e intelligenza, con verità e fermezza. Siamo fortemente invitati ad annunciare il vangelo con intelligenza e novità, con strumenti e linguaggi adatti, facendo riecheggiare con nuovi accenti la Parola immutata. Non abbiamo soluzioni magiche, il vangelo è lo stesso, il Signore ci ama, ma cosa e come proporre oggi agli uomini perché scoprano il volto del Dio di Gesù è frutto delle nostre scelte. Prendiamolo sul serio, questo vangelo, lasciamo che sia lui a illuminare e incidere nella nostra storia, nelle nostre scelte, nelle nostre comunità, prendiamo a cuore l'invito del Signore a saper leggere i segni dei tempi! |