Omelia (04-12-2008) |
Paolo Curtaz |
Commento su Matteo 7,21.24-27 Prepararsi al Natale significa prendersi del tempo per rimettere in ordine la propria vita, per stabilire le priorità, per verificare se la nostra casa interiore è costruita sulla roccia o sulla sabbia. Isaia parla ad uno sparuto popolo che deve fare i conti con le grandi potenze straniere, l'Egitto e l'Assiria, e profetizza una città forte, costruita sulla pace che viene dal Signore. Anche noi siamo invitati a dare il giusto (poco) peso alle logiche degli uomini, alle carriere, agli investimenti: se investiamo sull'ascolto della Parola, se lasciamo che sia la Parola del Maestro ad orientare le nostre scelte, allora potremo affrontare ogni fatica, ogni difficoltà, ogni tempesta esteriore ed interiore. Anche Paolo, il grande apostolo, esclama: «Chi ci separerà dall'amore di Cristo?». Prepariamoci al Natale, ancora, senza far finta che Gesù nasce: egli è già nato, nella storia, e chiede ancora di nascere nei nostri cuori, nella nostra vita, nelle nostre scelte. Verifichiamo se la nostra giornata, con le sue gioie e le sue tristezze, ha attinto alla Parola per iniziare e per continuare, perché possiamo anche costruire un'altissimo grattacielo, ma occorre che poggia bene le sue fondamenta... |