Omelia (12-12-2008)
Paolo Curtaz


Convertirsi al Natale significa riprendere in mano la propria vita spirituale, lasciar nascere Cristo in noi, lasciarci raggiungere dalla nostra anima. Per superare le tenebre bisogna anzitutto riconoscerle con verità, chiamarle per nome e cognome, senza difenderci di fronte a Dio, che desidera sempre e solo il nostro bene. Isaia riflette sulla sorte del popolo di Israele in esilio e conclude: se siamo giunti a questo punto è perché abbiamo dimenticato Dio, ci siamo scordati l'essenziale, ci siamo fidati solo di noi stessi. Il popolo non è prigioniero perché punito da Dio, ma perché ha sbagliato le proprie mosse politiche e strategiche, non dando retta ai profeti! Molte volte ci troviamo in situazioni di dolore e di difficoltà che sono la conseguenza delle nostre azioni sbagliate. Dare spazio al dentro, accogliere Gesù nella nostra vita intima non significa mettersi al riparo dalle disgrazie, ma affrontarle in maniera completamente nuova. Gesù, però, invita i suoi discepoli a non comportarsi da bambini viziati, mai contenti del gioco che stanno facendo, ma a vivere il presente come opportunità. Abbiamo la Parola, abbiamo la Chiesa, comunità dei credenti, abbiamo ogni possibilità per crescere nella fede: smettiamola di lamentarci delle cose che non funzionano!