Omelia (13-12-2008) |
Paolo Curtaz |
Elia è uno dei primi profeti della storia di Israele. Uomo divorato dal fuoco interiore, deve combattere con forza l'ingresso in Israele di culti idolatrici portati da Gezabele, la regina straniera. Ma il suo zelo si trasforma in violenza: sul Carmelo fa uccidere tutti i sacerdoti di Baal, preso dall'euforia del popolo. Dovrà fuggire nel deserto, condannato a morte e lì, assaporando la propria sconfitta, scoprirà il vero volto di Dio che non brandisce la spada, ma è leggero come la brezza. Elia è un profeta eccessivo e passionale, volitivo e duro e Israele immagina un suo ritorno per preparare la venuta del Messia. Gesù svela ai suoi discepoli che Elia è già venuto, identificandolo con Giovanni Battista e attribuendosi, quindi, il ruolo di Messia. Quante volte anche noi perdiamo il treno, capiamo le cose ben dopo che sono accadute. Coltivare la propria interiorità, prepararsi al Natale significa, appunto, vivere con profondità il momento presente, senza dover dire un giorno: non me ne sono accorto. Dio opera continuamente nella nostra vita, anche negli eventi faticosi e quotidiani, stiamo attenti a non vivere con superficialità, ma fissiamo lo sguardo sul Dio che viene. E cerchiamo, oggi, di vedere i tanti segni profetici che ci circondano preparandoci al Natale! |