Omelia (17-12-2008)
Paolo Curtaz


O Sapienza che esci dall'Altissimo e tutto disponi con forza e dolcezza: vieni a insegnarci la via della vita.

Inizia la novena di Natale, il conto alla rovescia prima della grande notte. E la liturgia di permette di allargare lo sguardo, di intuire, di capire il grande progetto che Dio ha avuto sull'umanità. Matteo inizia il suo vangelo con una lunga genealogia, più teologica che storica, a partire da Abramo fino a Giuseppe. È come se dicesse: esiste un progetto di fedeltà da parte di Dio, che parte dalla promessa fatta al cercatore di Dio, Abramo, per giungere al compimento di questa promessa attraverso le vicende degli uomini e delle donne di un popolo. Quanto ci insegna questa prospettiva! Dio è fedele e realizza sempre le sue promesse, non si scoraggia, non demorde. E lo fa nelle vicende poco "spirituali" di re e di contadini, di prostitute e di profeti, e lo fa nel fango e nella polvere, nel sudore e nella fatica. San Paolo ha messo al sua vita a servizio di questo progetto. Facciamo anche noi parte di un immenso progetto d'amore che possiamo assecondare o ignorare. La tentazione di misurare la propria realizzazione dalle cose fatte è sempre presente. Il Signore, invece, ci invita ad andare oltre, a leggere la nostra vita all'interno di un progetto globale di salvezza dell'umanità. E se la mia, personale vicenda umana non è stata granché, pazienza: ha collaborato a costruire il grande progetto d'amore del Padre.