Omelia (18-12-2008)
Paolo Curtaz


O Signore, guida del tuo popolo, che hai dato la Legge a Mosè sul monte Sinai: vieni a liberarci con la tua potenza.

Nel grande progetto che Dio ha in mente sull'umanità, progetto di salvezza e di bene, troviamo delle singole vite che collaborano a costruire questo progetto, a scapito della propria vita e della propria realizzazione. Leggendo la bella pagina di Geremia, piena di parole di consolazione e di bene per il suo popolo, non emerge il fatto che il povero Geremia, profeta di Gerusalemme poco prima della catastrofe della deportazione, era odiatissimo dai suoi per le sue profezie piuttosto controcorrente... Geremia è il profeta rifiutato, osteggiato, mal visto anche dai suoi famigliari. Eppure, divorato dal fuoco, non può che mettere la propria scomoda vita a servizio della Parola. Così Giuseppe, giovane falegname, deve completamente cambiare i suoi progetti per fare spazio a Dio che gli ha ...soffiato la ragazza! Eppure entrambi, con le proprie qualità, la franchezza per Geremia, l'essere "giusto" per Giuseppe che non giudica secondo le apparenze, metteranno la propria vita a servizio dell'opera misteriosa di Dio. Chiediamo a Giuseppe il sognatore di aiutarci a vivere come lui, ad avere il coraggio di mettere da parte i nostri desideri e sogni per accogliere quelli di Dio. Dio ha bisogno di noi per rendersi presente, ha bisogno della nostra vita per incontrare la vita degli altri...