Omelia (20-12-2008) |
Paolo Curtaz |
O chiave di Davide, che apri le porte del regno dei cieli: vieni, e libera chi giace nelle tenebre del male. Eccoli di fronte. Un arcangelo, il più potente, l'angelo speciale che Dio usa per inviare i suoi messaggi più scottanti, l'arcangelo che suscita timore e la ragazzina, l'acerba adolescente di Nazareth, Mariam la bella. Eccoli: nulla avrebbe potuto metterli insieme, solo la follia di Dio. Perché Dio ha scelto lei, la ragazzina promessa sposa al falegname del paese, per chiederle un corpo. Non una donna eroica come Ester, o una combattiva come Giuditta, o una delle mogli dei patriarchi come Rebecca o Sara. No, Mariam la bella ha scelto Dio. E ha fatto benissimo: solo la follia dell'adolescente può assecondare la follia di Dio. Nei giorni scorsi dicevamo che Dio ha bisogno di noi per costruire il Regno, chiede le nostre vite, le nostre capacità, le nostre forze per entrare nella storia degli uomini. Con Maria accade qualcosa di più grande, di più forte: egli ha ora bisogno del suo corpo per nascere. Maria diventa la porta del cielo, la ianua coeli, Dio passa attraverso di lei per diventare uomo. Grande Dio, grande Maria! E la ragazzina non trema davanti all'angelo, discute, propone, cerca di capire, cerca di conoscere l'inconoscibile. E l'angelo la rassicura: fidati, Maria. Fidiamoci, fratelli, sorelle, fidiamoci del Dio che chiede a una quattordicenne di aiutarlo a salvare l'umanità! |