Omelia (01-01-2009)
Paolo Curtaz


Auguri! La Chiesa si unisce (un po' più sobriamente) al festeggiamento per l'anno nuovo che incomincia. Affidandosi al Signore, invochiamo per ciascuno e per l'umanità il dono della pace e del sorriso di Dio.

Probabilmente molti, fra voi, hanno passato festeggiando (spero bene!) il passaggio dell'anno nuovo. Altri, come sempre, lo hanno iniziato nella solitudine e nello sconforto. Capodanni è un festeggiamento scaramantico, abitudinario, propiziatorio, che la Chiesa fa suo aggiungendovi una riflessione di fede. Come Maria siamo chiamati a mettere in ordine le cose meditandole in cuor nostro, lasciando che la forza della Parola e lo stupore del Natale diano profondità e senso alla nostra vita. Cosa ci auguriamo per l'anno nuovo? Salute, pace, benessere, certo, tutte cose importanti, ma non dovute, non scontate. Ecco allora che la prima lettura ci invita a chiedere per l'anno nuovo, per ogni anno, per ogni giorno, il dono del sorriso di Dio. Aronne benedice il popolo augurando di vedere Dio che sorride ("splendere il volto"). Qualunque cosa succeda nella nostra quotidianità, se riusciremo a vedere al di là dei nostri problemi il volto sorridente di Dio, non un volto corrucciato o incomprensibile o vendicativo, potremo affrontare la vita come una benedizione. Che Maria, attenta alla riflessione, ci aiuti ad entrare "dentro" per scoprire, meditando la Parola, che Dio sempre sorride e ci dona la pace del cuore...