Omelia (07-01-2009) |
Paolo Curtaz |
Giovanni è stato arrestato, tira una brutta aria per Gesù che abbandona i dintorni del Giordano e sale oltre la Galilea, nei territori di Zabulon e Neftali, le prime tribù, delle dodici, a cadere, nel passato, sotto la dominazione straniera e pagana. Al tempo di Gesù la devozione era inversamente proporzionale alla distanza dal Tempio: i farisei di Gerusalemme consideravano paganissimi e meticci gli ebrei che abitavano i territori della Galilea. Gesù il galileo (!), non si scoraggia dall'arresto del Battista, coglie l'occasione per iniziare la sua predicazione fra gli ultimi, i disillusi, i falliti del suo popolo. Dalla periferia della storia Dio inizia la sua predicazione, dagli ultimi, dai reietti, allora e oggi. Impariamo dal Signore a cogliere negli eventi negativi e traumatici della vita l'occasione per rinascere e ricostruire la nostra vita. Così san Paolo saprà sempre leggere gli eventi negativi della sua predicazione (incomprensioni, persecuzioni) come occasioni per conoscere altre persone e annunciare loro il Cristo. Alla ripresa del lavoro, in chiusura del tempo natalizio, vogliamo portare la buona notizia di un Dio che si avvicina, di un Regno che non è premio dei meritevoli ma dono agli affamati, a tutti coloro, ultimi, che incontreremo in ufficio o nella riunione condominiale. Non siamo stati anche noi raggiunti e sedotti così? |