Omelia (14-01-2009)
Paolo Curtaz


Dopo avere guarito un indemoniato presente in sinagoga, forte immagine per dire che dobbiamo cominciare dall'interno della Chiesa la conversione dei cuori, Gesù guarisce la suocera di Pietro, che si mette a servirli. Se siamo guariti nel cuore, se abbiamo incontrato il Signore, se abbiamo ricevuto la luce interiore, non è per crogiuolarci nella nostra nuova identità spirituale, ma per servire i fratelli. Gesù, alla fine di una giornata intensa e frenetica, ruba del tempo al sonno per pregare in solitudine il Padre. Gli apostoli capiscono che è proprio nella preghiera solitaria di Gesù che si trova il segreto della sua forza e del suo dinamismo. Solo nella preghiera continua possiamo trovare le energie per annunciare il vangelo, per servire i fratelli. Animo, cercatori di Dio, imitiamo il maestro: tante più cose da fare ci sono, tanta più pressione riceviamo, tanto più ci è urgente ritagliarci uno spazio interiore per stare col Padre, a costo di rubare qualche minuto al sonno. Ci è talmente indispensabile restare legati alla tenerezza di Dio, ci è talmente fondamentale attingere continuamente all'oceano di pace del suo cuore, da capire che la preghiera interiore, la meditazione, la presa di consapevolezza della volontà di Dio ci sono vitali. Costi quel che costi.