Omelia (16-01-2009)
Paolo Curtaz


No, non abbiamo mai visto nulla di simile, davvero. Al tempo di Gesù (e oggi!) si era convinti che la malattia fosse la conseguenza di una colpa, la punizione per un peccato. Quanto grave doveva essere il peccato del paralitico, allora! Ma i suoi amici non si scoraggiano, superando l'indifferenza (non la compassione!) che la gente provava verso gli ammalati, superano gli ostacoli per portare davanti al misericordioso il loro amico. Che prodigi fa l'amicizia! Gesù perdona i peccati di quest'uomo, e lo guarisce. È vero: Dio solo perdona i peccati, e i farisei si trovano spiazzati davanti a tanta affermazione di autorità da parte del Nazareno. Marco inizia il suo vangelo, e noi il nostro anno, con una notizia straordinaria: Dio perdona i peccati, ogni peccato, non porta il muso, non serba rancore, non esercita il suo potere di veto. Desidera il bene per noi, desidera la nostra libertà interiore. qualunque sia il peso che ci paralizza, una colpa, un dolore, una paura, presentiamoci fiduciosi davanti al Signore sicuri di essere guariti nel profondo per poter consolare gli afflitti della consolazione con cui Dio ci ha consolati, come afferma l'ex fariseo san Paolo, guarito dalla più terribile delle paralisi: lo zelo religioso che si fa intransigente e violento...