Omelia (20-01-2009) |
Paolo Curtaz |
Lo so, lo so, forse sono troppo ingenuo. Me lo ripeto spesso, lo vedo da me, grazie. Eppure mi sembra che stare semplicemente ancorati al vangelo, "sine glossa" come direbbe san Francesco, ci farebbe del bene. Ricordare anche a noi cattolici del terzo millennio che è il sabato a essere fatto per l'uomo e non viceversa, eliminerebbe qualche incomprensione di troppo. Nelle comunità (le altre, non la vostra) si rischia continuamente di ribaltare i piani, di confondere l'essenziale col consequenziale. Dobbiamo sempre stare attenti a stare legati all'essenziale del vangelo, all'amore ricevuto e donato. Poi, certo, l'amore si struttura, non è anarchico, si configura in atteggiamenti, in regole. Il pranzo che la madre prepara per i figli è un'abitudine (anche piuttosto faticosa!), ma è un'abitudine che esprime amore. ogni volta che compiamo un gesto, che osserviamo una norma, dobbiamo tornare all'essenziale, ammettere delle eccezioni, valutare tutto col criterio del bene. Come dice san Paolo, siamo invitati a scrutare ogni cosa per tenere solo ciò che è buono, che ci porta ad amare di più e a conoscere di più e meglio il Signore. Gesù si lamenta dell'ignoranza delle Scritture: i farisei dicono cose che Dio non pensa. Stiamo attenti a non commettere lo stesso errore... |