Omelia (21-01-2009)
Paolo Curtaz


Gesù è indignato, rattristato, addolorato per la durezza dei cuori dei farisei che l'hanno fatto venire in sinagoga per vedere se guarisce il povero uomo con la mano inaridita. A loro dell'uomo non importa nulla, Gesù, invece, lo mette nel mezzo, per lui è importante, lo tiene nel suo cuore, lo ama con tenerezza. Non così i farisei che pensano di onorare Dio oltraggiando l'uomo, che mettono la Legge al di sopra dell'amore e del bene della persona. Gesù è addolorato per tanta durezza spacciata per devozione, turbato da tanta miopia. E soffre. E rischia. L'uomo viene guarito, e questo gesto, interpretato come una sfida (!) invece di addolcire il cuore dei farisei lo indurisce: si radunano per capire come far fuori Gesù. Come sarà per Lazzaro, Gesù rischia del suo, si mette in gioco, accetta di portare le conseguenze delle sue azioni per salvare una vita. San Paolo supera questa durezza e si converte ma, ahimè, dovrà lottare contro un nuovo tipo di ipocrisia, quello dei discepoli provenienti da Gerusalemme che pretendono di imporre il giogo della Legge sui neoconvertiti provenienti dal paganesimo. I farisei ancora fanno molti adepti, anche nelle nostre comunità. Viviamo con una consapevole leggerezza e mettendo sempre nel mezzo le persone, e non le regole, la nostra fede cristiana!