Omelia (26-01-2009)
Paolo Curtaz


Ieri la sua conversione, oggi la memoria di Timoteo e Tito, due tra i primi collaboratori di Paolo, responsabili delle prime comunità fondate dall'apostolo, destinatari di alcune sue lettere. È un bel modo per onorare l'anno paolino!

Paolo evangelizzava le comunità ebraiche in mezzo a cui si veniva a trovare, una volta battezzati i discepoli, restava con loro per alcuni mesi, per poi affidarli ad uno dei membri della comunità, un anziano (un esperto) nella fede, un presbitero, e affidargli la cura della comunità. Le pagine di Paolo rivolte a Tito e Timoteo, due tra i primi "anziani" delle comunità, ci restituiscono un rapporto con le comunità schietto e viscerale, amorevole e passionale. Paolo non è un burocrate chiuso nel suo ufficio a rilasciare certificati, ma un innamorato di Cristo che vuole comunicare il Vangelo ad ogni uomo! Certo le comunità odierne si sono allargate, ma dobbiamo improntare i rapporti all'interno della comunità a questo stile di fraternità. L'annuncio del Vangelo è affidato alle mie mani e alle mani delle comunità radunate intorno alla Parola del Maestro in comunione con i successori degli apostoli. Sosteniamo i nostri vescovi con la preghiera e l'affetto e chiediamo a Tito e Timoteo di essere maestri nell'aiutare i nostri pastori a crescere secondo il cuore di Dio e, nelle nostre parrocchie, recuperiamo l'entusiasmo di essere il volto di Dio per l'umanità sofferente.