Omelia (27-01-2009) |
Paolo Curtaz |
Ed ecco il secondo brano "anarchico" di cui vi parlavo qualche giorno fa. Gesù quasi disconosce la sua famiglia, allargata ormai a coloro che accolgono la parola e la conservano. Come già dicevo, il vangelo, e Marco, in particolare, osa proporre un modello famigliare innovativo, che supera i legami tribali e di sangue per proporre delle nuove relazioni fondate sull'affinità spirituale, sulla consapevolezza di essere figli dello stesso padre, fratelli nell'unico Cristo. La condizione per diventare famigliari di Dio, dice Gesù, è quella di essere attenti uditori della Parola e di cercare la volontà salvifica di Dio nella nostra vita. Gesù gira lo sguardo su di noi, ci propone, oggi!, di sentirci davvero suoi fratelli. Amici che vivete situazioni famigliari disperate, o solitudini che, alla fine, vi hanno prosciugato l'anima, sappiate che il Signore ci invita a fare esperienza di lui. Lo so, non è molto per chi vive nella solitudine tutto il giorno, ma conosco fratelli e sorelle che, superato il proprio dolore, hanno allargato la propria vita e hanno accolto nella preghiera tutti i fratelli cristiani sparsi nel mondo, riempiendo il proprio cuore di consolazione. Chiediamo al Signore di sperimentare questa grazia... |