Omelia (28-01-2009) |
Paolo Curtaz |
Prega con noi, oggi, il grandissimo san Tommaso d'Aquino, grandissimo teologo domenicano medioevale, che ha voluto fortemente coltivare la ragionevolezza della fede. Sui suoi libri ancora si fonda parte della riflessione teologica attuale. Semina, il seminatore. Semina senza avarizia, semina anche sul terreno sassoso e improduttivo, semina senza selezionare un terreno in particolare, semina perché spera. Gesù ci svela il volto di un Dio che non si stanca di spargere la sua Parola, che non ci tratta come bambini da indottrinare, ma come persone da maturare, come adulti che scelgono se far fiorire in sé l'abbondanza della Parola. Ma, lo sappiamo bene, le preoccupazioni di ogni giorno e le prove della vita soffocano i teneri germogli. Distrazioni, tensioni, scoraggiamenti, un ritmo di vita inumano, rischiano di allontanarci da noi stessi. E allora la tenera spiga soffoca, non giunge a maturazione. Pur avendo accolto e amato la Parola, questa non riesce veramente a cambiare il nostro modo di vedere. Ma, lo sappiamo, se abbiamo consapevolezza del nostro limite, se, almeno un poco, ci riconosciamo nei terreni poveri della parabola, diventiamo terreno buono che produce. Ammettendo il nostro limite, riconoscendolo, dissodiamo la scorza del nostro orgoglio interiore e portiamo frutto. È Dio che fa crescere, come dice san Paolo, anche se, oggi, sono gli uomini a seminare... |