Omelia (31-01-2009)
Paolo Curtaz


Affidiamo a san Giovanni Bosco, geniale prete piemontese, i nostri giovani, spesso così spaesati in un mondo dove gli adulti sono spaesati. Susciti nelle nostre comunità laici e preti desiderosi di accettare le sfide educative...

Prendiamolo così com'è, il Signore, anche se non lo capiamo, anche se ci mette continuamente in crisi, anche se le sue parole sono troppo taglienti. Prendiamolo a bordo, come hanno saputo fare i discepoli e così, durante le tempeste della nostra vita, ci accorgeremo di quanto egli sia presente, anche se pare che dorma. Quanto è doloroso il sonno di Dio! Quanto ci spaventa e ci inquieta! Eppure, nella vita, interiore, succede di passare dei tempi, e dei lunghi tempi, talvolta, senza percepire la sua presenza, afflitti, scoraggiati persi, con la barca ormai piena d'acqua. Animo, fratello che sperimenti il silenzio di Dio! Coraggio, sorella che sperimenti l'abbandono e la disperazione! Anche se Dio pare lontano, anche se sembra indifferente o, peggio, cinico e crudele, egli è il presente. Discreto, silenzioso, immobile, ma presente. Paolo stesso sperimenterà, alla fine della sua vita, il silenzio di Dio. Attraverso il rifiuto e l'abbandono della comunità di Roma, che Paolo raggiunge nel momento della persecuzione, Paolo sperimenta in sé la spogliazione interiore e si dichiara pronto a morire come il suo Gesù, nella dimenticanza di tutti.