Omelia (01-11-2010) |
don Carlo Occelli |
Essere noi stessi! Sono giorni speciali questi. Forse è solamente ai santi che noi percepiamo l'effettivo arrivo dell'autunno: la natura se ne va a dormire e anche noi preferiamo ritirarci al caldo, nelle nostre case. Anche se viviamo due giorni ben distinti con la Solennità di tutti i santi e la commemorazione dei nostri fratelli defunti, tuttavia nell'esperienza concreta queste due giornate sono un tutt'uno, forse anche il rovescio della medesima medaglia. Fino ad ora ho sempre celebrato almeno una Messa il primo novembre nel cimitero della mia parrocchia, credo che capiterà a molti in questa giornata di vivere l'eucaristia proprio lì. Le letture che abbiamo ascoltato non possono che essere lette alla luce di quest'esperienza. Mi sembra di poter dire che è bello leggere le beatitudini proprio in quel luogo, osservando accanto a noi tante persone vive e morte! La santità ci unisce tutti: quanti santi abbiamo incontrato nella nostra vita! Certamente anche qualche nostro parente. La parola del vangelo che è fonte di vita soffia proprio là dove abitano i nostri dolori. Penso a quanti sono stati colpiti recentemente da un lutto, a quanti di una morte ancora non sono riusciti a farsi ragione (ma è possibile forse farsene una ragione?!), a quanti quotidianamente vivono nell'orizzonte di ciò che è stato. Ai genitori che hanno perso il proprio figlio, a coloro che visitano quotidianamente questo luogo... Con il salmo diciamo: ecco la generazione che cerca il tuo volto. Signore, non nasconderci il tuo volto, vieni in nostro aiuto, dona la pace del cuore! Beati i poveri in spirito. Proprio nel contesto di queste giornate, sento ancor più mia questa beatitudine. Tutte le altre partono da lì: riconoscersi poveri in spirito, bisognosi di salvezza. Forse ti conosco poco Signore, la mia fede vacilla, spesso non sono un buon cristiano con il mio comportamento... ma so che ho bisogno di te! Mi riconosco povero, ho bisogno di essere riempito di qualcosa che da me solo non riesco a generare. Confessiamo questo: davanti ai nostri cari defunti, accanto a queste tombe e soprattutto mettendoci allo specchio. Signore, siamo bisognosi del tuo amore! E che si dice il buon Dio in questa giornata!! Beato te se ti riconosci povero! Questa è la nostra chiamata alla santità! Sappiamo tutti che i santi non sono solo quelli canonizzati... ma che significa per me diventare santo? C'è una santità che è solo la mia, ed è questo che Cristo si attende da me! E' così caro amico! Quando guardiamo ai grandi santi, infatti, siamo tentati anche un po' alla depressione costante! Se io guardo a San Francesco, a don Bosco, a Giovanni della croce: caspiterina, io non sarò mai così!!! Non è vero che talvolta ci capita proprio questo? Sì, guardando un film o leggendo un libro sulla vita di un santo siamo presi dall'entusiasmo... ma ben presto ci accorgiamo di non essere affatto come loro, ecco allora che ci scoraggiamo! Non è questo che desidera Gesù per noi! Cristo non viene a te per scoraggiarti, ma per rinnovarti la sua immensa fiducia! Anche là dove la nostra vita ci appare infinitamente piccola ed incredibilmente normale; anzi, proprio là!, noi siamo chiamati a diventare santi. Proprio vivendo il vangelo con il nostro volto, il nostro carattere, il nostro modo di fare, la nostra famiglia... proprio così diventiamo santi! E in quel modo lì, possiamo esserlo solamente noi! La tua via alla santità è solo la tua! Allora i santi non sono tanto da imitare in quello che hanno fatto, non faremo mai quello che hanno fatto loro... ma non è questo che Dio si attende da noi! Coraggio: Dio non si attende altro da te... che non sia semplicemente te!! La vita è questo tempo che ci è stato donato perché riusciamo a scoprire chi siamo veramente, e a vivere di conseguenza. E' bellissimo quell'episodio raccontato da Buber nel suo "Il cammino dell'uomo". Rabbi Sussja in punto di morte esclamò: Nel mondo futuro non mi si chiederà: 'Perché non sei stato Mosè?'; mi si chiederà invece: 'Perché non sei stato Sussja'". Coraggio allora, siamo semplicemente noi stessi: uomini che si riconoscono poveri! Vivi la tua santità! Sii te stesso! :-) |