Omelia (01-11-2010)
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Commento su Matteo 5,1-12a

COMMENTO ALLE LETTURE
a cura di don Giampaolo Perugini

Voglio vederci chiaro!
«Vidi poi...» (Ap 7,2). Giovanni ha una visione della realtà futura...
Non so come facciano gli artisti, ma loro vedono qualcosa che io non riesco a vedere. Di fronte a un blocco di marmo Michelangelo vedeva già la sua "Pietà" quando ancora non esisteva; l'architetto Gaudì vedeva la "Sacrada Familia" e ci pregava dentro prima che fosse costruita.
Volete sapere chi sono i "santi"? I santi sono gli uomini e le donne come Dio li vede, come Dio li pensa, li vuole, li crea. Quando Dio ci ha creato a sua immagine e somiglianza, ognuno diverso dall'altro, Egli ci ha fatto esistere nel tempo per essere "santi".
"Siate santi perché Io Sono Santo" (Levitico). "Padre santo, fonte di ogni santità.. Tu fai vivere e santifichi l'universo.. Tu riporti l'uomo alla santità della sua prima origine" (Liturgia). «Tutti i cristiani sono invitati e tenuti a perseguire la santità» (Lumen Gentium, cap.V).
Come uno scultore realizza la sua opera seguendo un'ispirazione e con l'ausilio di strumenti idonei... Come un architetto sviluppa la sua creazione attraverso il tempo, materiali, imprese costruttrici... Così Dio. La Chiesa e ciascuno di noi è la sua opera d'arte. La sua ispirazione e modello è Gesù Cristo, il Verbo fatto carne da Maria Vergine. La sua genialità divina e la sua impresa costruttrice è lo Spirito Santo. La nostra vita in questo tempo, la nostra intelligenza, libertà e impegno, sono il materiale... Non essere santi sarebbe uno spreco inaudito della nostra vita. Un'opera d'arte nella spazzatura. Vincere al superenalotto e non ritirare il premio...
Allora io mi domando quale visione ho del mio futuro. Da piccolo mi vedevo, attraverso il gioco o la maschera del carnevale, come un super eroe o un uomo semplice ma eroico. Da ragazzo mi vedevo proiettato nel futuro come un uomo ricco o importante in qualche campo. Da giovane come un uomo realizzato nel lavoro e negli affetti. Da adulto vedo che c'è sempre un ostacolo, sempre un imprevisto, sempre un problema, sempre una preoccupazione... Mi sembra di vedere bene - sicuramente gli sbagli e i difetti degli altri - ma riguardo al mio futuro mi accorgo che sono miope, che vedo sfuocato. Anzi! Vedo tutto deformato se non vedo Dio dentro la mia vita, se non mi vedo come Dio vede me, se non mi vedo come suo figlio, se non vedo i tratti della sua santità, della sua bontà, nella mia vita e in quella di chi mi vive accanto! I santi sono i figli di Dio. Senza la santità io sono orfano. La mia vita è un aborto.
Io mi vedo allo specchio e - se non sono accecato dall'odio o malato di narcisismo - vedo solo un uomo molto limitato, un povero peccatore. Cerco di sistemarmi i capelli o il viso e di vestirmi con qualcosa che mi faccia meno brutto o più bello allo sguardo degli altri...
Mi illudo e mi deludo da solo cercando nello specchio delle mie brame la mia identità e il mio posto, sperando di essere indispensabile per qualcuno, spostando sempre più avanti la ricerca di quel qualcosa che ancora non c'è, di quel qualcuno che ancora mi manca, di capire cos'è che non mi fa sentire felice fino in fondo...
La verità è che nel mio DNA c'è scritto: tu sei divino. Io ho bisogno di essere santo! La festa e il Vangelo di oggi mi fanno vedere chiaramente chi sono. È così che Dio Padre mi vede attraverso il suo specchio: l'Unigenito Figlio, e mi ama da sempre e per sempre. Mi vede riflesso nella santità del suo Cristo e mi supplica di imitarlo perché la sua opera d'arte si compia anche in me e perché io sia veramente e pienamente felice. Mi lava col sangue del suo Agnello e mi riveste dei meriti della sua passione perché sia possibile al mio cuore battere all'unisono col suo. Un cuore umile, mite, giusto, pacifico, puro, misericordioso, coraggioso e fedele nelle avversità.. Dio mi segna col sigillo dello Spirito Santo perché il mio amore sia celeste e perché la mia vita spanda il suo profumo e traspaia il suo sorriso su questa terra.