Omelia (04-02-2009) |
Paolo Curtaz |
Gesù si meraviglia poche volte nel Vangelo. Come se conoscesse le profondità dell'essere umano, come se sapesse, come annota san Giovanni, quello che passa veramente nel cuore di una persona. Ma quando si meraviglia ci stupisce e ci addolora. Si meraviglia della fede del Centurione, di un pagano. Si meraviglia (che bello!) del fatto che i suoi concittadini, sapute le cose che ha fatto in Giudea, cambino idea su di lui. Ma nelle sue parole troviamo anche dolore e rabbia: Gesù si meraviglia della durezza di cuore di quelli che non volevano che un poveraccio fosse guarito di sabato dalla sua mano inaridita (il loro cuore era inaridito). Si stupisce dell'ottusità dei suoi concittadini che non lo ascoltano neppure, perché è il figlio di Giuseppe, il carpentiere. Che diamine, un po' di rispetto, caro lei, per le nostre idee su Dio e sul Messia! A prescindere non ascoltiamo quelli che, come il Nazareno, non vantano lauree e titoli di studio! Povero Gesù, poveri noi... anche san Paolo sarà duramente osteggiato prima dai suoi concittadini e poi, quel che è peggio, dai suoi fratelli cristiani: non ha il "bollino" di apostolo. Stupiamo Gesù con la nostra disponibilità, oggi, riconosciamo i profeti che ci abitano accanto! |