Omelia (05-02-2009)
Paolo Curtaz


Quando leggo questa pagina mi infiammo, per qualche secondo. Poi, mi spengo. Dov'è finito tutto l'ardore dell'annuncio che il Signore chiede? Perché, invece di sentire vibrare quell'"andate" come se fosse un'urgenza impellente ("L'amore per Cristo mi spinge", scriveva san Paolo), ci accontentiamo di una lamentazione insopportabile su come il mondo sia brutto sporco e cattivo e non ci ascolti o, proprio al limite, sussurriamo "venite"? No! Andate, dice il Cristo. Non "aspettate che vengano!", andate, a costo di bruciarvi, di farvi massacrare o prendere in giro, a costo di non essere capiti e di passare per idolatri e bestemmiatori. Andate e gridate ad ogni uomo che Dio lo ama, lo cerca, lo sposa, lo abbraccia. Andate senza mezzi, senza strumenti, senza strategie, senza manovre elettorali o calcoli umani, andate nudi, spogli, come siete, con Gesù nel cuore e il Vangelo in mano. Andate senza aspettarvi applausi o posti d'onore, senza riconoscimenti, senza ambiguità o furberie. Andiamo, amici, andiamo incontro a questa giornata, un po' folli, un po' inconsapevoli. Andiamo in ufficio o a fare la spesa, a scuola o a fare messa. Andiamo a dire Cristo con la vita.